Chi siamo

La ShaKe nasce formalmente nel 1988. In realtà il collettivo editoriale che avrebbe dato origine alla cooperativa ShaKe già da diversi anni lavorava nell’ambito dell’organizzazione di eventi culturali e controculturali, tra cui la gestione di una trasmissione a Radio Popolare con cadenza settimanale (Tensioni radiozine), la presenza nell’organizzazione di un luogo “cult” nella Milano degli anni Ottanta quale l’Helter Skelter (che la rivista londinese “ID” definì l’unico spazio di Milano che meritasse di essere visto) e molto altro ancora.
Tra le diverse attività, a partire dal 1985, su iniziativa di Primo Moroni, fondatore e gestore della libreria Calusca City Lights, si creò un gruppo che aveva per proprio scopo la creazione di una rivista che proiettasse il dibattito politico oltre gli anni ottanta e sperimentasse in maniera nuova i territori dell’arte, della cultura cibernetica e delle controculture. Il suo nome era “Decoder“.
Il primo numero di “Decoder” esce nel giugno del 1987 e fin da subito assumerà un ruolo centrale nel definire i tratti essenziali della nuova cultura cyberpunk. La rivista non solo era orientata a produrre idee per il nuovo decennio, ma anche concretamente coinvolta nell’elaborare e progettare le reti telematiche amatoriali di base (quelle che allora si chiamavano BBS), che avrebbero permesso alle situazioni antagoniste italiane di dotarsi di proprie reti per scambiare opinioni e comunicati, in anticipo rispetto all’esplosione del fenomeno Internet, che avverrà solo a partire dal 1994-96.
“Decoder” ebbe un ruolo cruciale non solo nella progettazione delle reti ma anche nel definire i grandi temi critici che le reti avrebbero incontrato nel corso del proprio sviluppo. In particolare la questione del copyright/no copyright, il tema della privacy, la questione dell’organizzazione rizomatica della struttura di rete, il digital divide, l’overload informativo ecc.
Il peso della rivista tra il 1987 e il 1996 è stato assolutamente centrale nello sviluppo di una coscienza critica e democratica nell’uso delle nuove tecnologie nel nostro paese.
La rivista arriverà a vendere circa 10.000 copie per numero.
Il passo successivo è stata la produzione di Cyberpunk. Antologia di scritti politici, a opera di Raf Valvola Scelsi, nel 1990. Un testo venduto in oltre 20.000 copie, che ebbe un ruolo seminale nell’orientare il dibattito italiano sulle nuove tecnologie. Il libro venne presentato nell’ambito di un seminario tenutosi al Festival del Teatro di Sant’Arcangelo di Romagna, dove la cooperativa Shake venne invitata a organizzare una serie di eventi. Tra questi è da rimarcare l’organizzazione dell’arrivo (e i concerti) del gruppo tecnonomade Mutoid Waste Company, che sulla scorta dell’ospitalità offertagli dal comune romagnolo decise lì di trasferirsi stabilmente.
La collaborazione con il Festival dei Teatri durò per circa tre anni, intersecandosi anche con la partecipazione al festival di Poesia di Milano, organizzato dal gruppo ruotante intorno a Gianni Sassi, occasione nella quale ShaKe-Decoder poté organizzare una serie di dibattiti con alcune delle figure più importanti della scena hacker mondiale: Wau Holland, Bill Squire, il gruppo olandese di Hacktic e più in generale il Chaos Computer Club.
Sempre in questi anni la ShaKe decide finalmente di rivolgere la propria attenzione editoriale anche ad altre tematiche che da sempre erano state al centro della propria attività, quale la storia delle culture afroamericane. Si decide così di tradurre gli scritti  dell’ultimo anno di vita di Malcolm X, Con ogni mezzo necessario.
Tra gli altri progetti realizzati all’inizio degli anni novanta, la collaborazione con la rivista californiana Re/Search (di cui verranno pubblicati in italiano una serie di numeri monografici su W.B. Burroughs, J.G. Ballard, sul femminismo cyber) e l’apertura di una collana di studi e materiali interamente dedicati alle controculture  più importanti al mondo.
Questi sono stati solo i primi passi di un’avventura che nel bene e nel male è riuscita a imprimere un forte segno sullo sviluppo e la crescita di un pensiero diverso e libertario in Italia. Come non ricordare per esempio un autore come Hakim Bey, che con T.a.z. (zone temporaneamente autonome) permise di definire una vera e propria base teorica all’esistenza dei centri sociali, nella forma magmatica da essi assunta nei primi anni novanta, alle stesse reti telematiche di base ma anche ai rave illegali che cominciavano con sempre maggiore intensità a essere organizzati in tutta la penisola.
In 20 anni di attività indipendente, ShaKe ha costruito un catalogo di circa 150 titoli che spaziano dalla cultura cyberpunk alla letteratura di genere, dalle controculture al mediattivismo, passando per i movimenti e le loro molteplici capacità comunicative nell’arte come nella politica, costruendo uno spazio di critica rigoroso contraddistinto da edizioni ben curate, nei contenuti e nella grafica. E’ stato uno straordinario percorso che ora ha ripreso la propria marcia con rinnovata forza ed entusiasmo. Il dvd sulla storia del punk italiano, curato da Gomma Guarneri, apparso poco tempo fa, testimonia la conferma di alcune delle qualità migliori che avevano permesso di farci apprezzare nei più diversi ambiti: rigore nei contenuti, grafica ineccepibile e soprattutto ottima professionalità nella costruzione dei supporti multimediali.

Shake makes history

ShaKe was born in 1988. In fact, the editorial/publishing collective that would have given birth to the ShaKe cooperative had already been working for various years in the organization of cultural and controcultural events.

Since 1985 the collective was elaborating the project of a magazine that will take the political discussion beyond the 1980’s and that could experiment in a new way the territories of the arts, the cybernetic culture and the controcultures. This magazine was called “Decoder” – the first issue was published in 1987 – and it achieved to sell 10.000 copies, assuming a central role into defining the essential features of the cyberpunk culture and in the birth/formation of BBS.

The next step was the production of Cyberpunk: an anthology of political essays, written by Raf Valvola Scelsi, in 1990. A text that sold over 20.000 copies, and that had a seminal role into directing the debate in Italy on new technologies.

In the following years ShaKe decided to pay its editorial attention towards other topics such as the history of afro-american cultures: in this direction they published fundamental titles such as By any means necessary by Malcolm X and Blues People by Amiri Baraka (LeRoi Jones).

Among the other projects, the collaboration with the Californian magazine Re/Search (a series of monographic issues on W.B. Burroughs, J.G. Ballard, on cyberfeminist, will be published in Italian) and the launch of a new book series on studies and materials completely dedicated to the most important worldwide controcultures (collana underground).

Another fundamental step for ShaKe was the publication of T.A.Z. (Temporary Autonomous Zones) by Hakim Bey that defined a true theoric base on the existence of social centres and public spaces, on the BBS, as well as on the illegal raves that were spreading in Italy during those years.

In 20 years of independent activity, ShaKe has built a catalogue of 150 titles that go from the cyberpunk culture to the genre literature, from the controcultures to the media activism, passing through the social movements and their multiple capacities of communication in the arts as well as in politics, building a space of rigorous critic marked by well made editions, in contents and in graphics.