- Traduzione: Giulio Lupieri, Manlio Benigni
- Prefazione: Paolo Rumi
- Pagine: 176
- Collana: Underground
- Prezzo: € 18,00
- ISBN: 9791280214447
- Data Uscita: 19/07/2022
“I primi venticinque anni della mia vita li ho vissuti come fossi un criminale. I successivi venticinque li ho spesi come un cittadino di serie B, privato di ogni diritto umano. Senza il diritto di adottare dei bambini – e addirittura se avessi dei figli potrei essere dichiarato un genitore inadatto; illegale nell’esercito; nessun diritto di accesso a una persona cara; nessun diritto all’affetto in pubblico; nessun diritto a una istruzione imparziale; nessun diritto per la mia relazione sentimentale e nessun diritto di sposarmi. Queste restrizioni mi hanno sottilmente privato della mia libertà. Sembrava impossibile che potesse essere diversamente, e così l’abbiamo accettato tutti.”
“Questa sera sono stanco. Ho la vista offuscata, il mio dorso si curva per il peso della giornata ma – amici omosessuali – permettetemi di congedarmi da voi cantando. Ho dovuto scrivere di un periodo triste come testimone e non certo per spegnere i vostri sorrisi. Vi prego, leggete gli affanni del mondo che ho fissato su queste pagine; poi, riponete questo libro e amate. Possiate, voi che vivrete in un futuro migliore, amare senza soffrire e ricordare che anche noi amammo. Mentre calavano le tenebre, comparivano le stelle.
Sono innamorato.”
Quando realizzò di essere ammalato di Aids, Derek Jarman volle testimoniare sì la sua gioia di vivere ma anche le incredibili situazioni repressive e di malessere che lo avevano costretto – lui come tutta una generazione gay – a vivere la propria condizione quasi fosse un crimine, nascondendosi di continuo, sempre marchiati e giudicati in modo sprezzante dall’etero perbenismo dominante. Lo fa intrecciando in un arazzo stupefacente, e per certi versi delicatissimo, poesie, testimonianze di prima mano, aneddoti di vita vissuta, articoli ripresi dai maggiori giornali dell’epoca. In un libro che alla fine è potente, drammatico, rivelatore ma anche percorso da un incredibile anelito di libertà, di gioia e tanto bisogno di amore. Trent’anni fa, nel pieno della peste Aids, dire di essere gay era un atto veramente rivoluzionario. Forse oggi risulta difficile capire quanto sia stato radicale e importante questo libro. Certo, finalmente sono stati ottenuti dei progressi in Occidente, ma ancora oggi in un modo o nell’altro l’amore omosessuale è criminalizzato in quasi settanta paesi, e addirittura in dieci nazioni si può essere condannati a morte per omosessualità. Nel raccontarci la condizione vissuta dagli omosessuali tra gli anni quaranta e gli anni novanta, questo libro costringe a confrontarci con un clima culturale assolutamente drammatico. Purtroppo la storia non è lineare, e talvolta è destinata a ripetersi. E questo libro, pur nella sua delicatezza poetica, rappresenta uno straordinario monito.
Questo libro offre al lettore l’accesso a qualcosa di difficile da articolare: il dolore, l’ansia e la rabbia quasi asfissianti che molti gay hanno provato nel vivere sotto gli attacchi fisici, legali e culturali degli ultimi anni. “The Observer”
Con la postfazione di Paolo Rumi
ESTRATTI:
Un fuoco nella notte – pag.11
Si è alzata la gelida brezza notturna. Tu sei a letto da due ore. Mi faccio strada attraverso il bosco nella sfolgorante luce arancione, sopra le foglie morte dell’autunno nella loro marmorea spettralità.
Il fumo azzurro generato dal fuoco indugia tra i rami, che si stagliano contro la limpida notte invernale. Un jet romba attraverso le stelle gelide. Mi abbraccio per restare caldo.
Al limitare del fuoco degli sconosciuti restano immobili. Il tronco di un grosso albero brucia, un libro aperto dove la sega ha inciso cinque feroci ferite. Strisce di braci sparano docce di scintille in alto nella notte. La mia mente fluttua insieme alle fiamme azzurre che guizzano attraverso il legno. Il fuoco sibila la morte invernale del grande albero, con i cerchi dei suoi anni ridotti a cenere. Tutti noi stiamo morendo qui insieme al vecchio albero, lasciando cadere i suoi anni per riscaldarci.
Un uomo accende una luce per se stesso nella notte, quando la sua vista si riduce. Vivo, sfiora i morti nel sonno. Svegliandosi, sfiora chi dorme.
Eraclito
Paesaggi di tempo, spazio, memoria, paesaggi immaginati. Testamento di un santo. A vostro rischio e pericolo richiama i paesaggi proibiti: Proprietà privata, Divieto di passaggio; lo steccato che si saltava, il muro che scalavi, paura e slancio, i cani da guardia e la polizia nel boschetto, quello che si deve e quello che non si deve fare, State lontani, Pericolo, sparisci, il regno dell’oscurità, i bei ragazzi, i bei poliziotti che ti sbattevano il cazzo in faccia e ti arrestavano impaurito.
La notte scorsa è stata la prima notte d’inverno. Abbiamo fatto volare un aquilone intorno alla luna, gli abbiamo fatto fare il giro della morte, le foglie cadevano dagli alberi.
Non so quanto tempo ho trascorso là. La mente girava vorticosamente. Scrivevo il mio libro al buio, con rabbia.
Rassegna Stampa
Ossydiana Speri – www.ondacinema.it
Un documento essenziale per penetrare una delle personalità cinematografiche più radicali e incisive del secondo 900, morigerato passionale e combattente gentile, tenace propugnatore del camp britannico. Ed è anche alla luce di queste pagine che ci sentiamo di smentire le ultime battute del lancinante “Blu”, congedo senza immagini di un dolcissimo Tiresia: il tuo nome non sarà mai dimenticato, caro Derek.