- A cura di: Massimiano Viel
- Traduzione: irina Scelsi
- Pagine: 260
- Collana: Classici della Nuova Musica
- Prezzo: € 29,00
- ISBN: 9791256170029
- Data Uscita: 03/05/2024
L’UMANITÀ, IN TUTTA LA SUA DIVERSITÀ, STA LAVORANDO A UN’OPERA UNICA DI AUTO-PERFEZIONAMENTO. OGNI INVENZIONE, OGNI SFORZO DELLA CREATIVITÀ VI CONTRIBUISCE, PURCHÉ NASCA DALL’AMORE E VENGA SVOLTO CON LA CURA DI UNA PERSONA CHE AMA.
Prima traduzione integrale dell’originale tedesco, questo libro dal valore documentario e storico altissimo è uno dei testi più decisivi per comprendere le avanguardie artistiche del Secondo Novecento e in particolare la cosiddetta “Nuova musica”.
Raccoglie i fondamentali testi scritti da Stockhausen sui suoi brani per strumenti tradizionali e per suoni elettronici tra il 1952 e il 1962. Sono gli articoli relativi al periodo di sua massima esplorazione musicale, legata in particolare a uno dei movimenti avanguardistici più rilevanti del Secondo Novecento che prende il nome di “Scuola di Darmstadt” (che comprendeva anche compositori e direttori d’orchestra quali Boulez, Berio e Maderna) e al pensiero fondante della musica elettronica, di cui Stockhausen ha posto le basi.
Nel libro troviamo testi legati a riflessioni sui principi della musica elettronica, sulla spazializzazione del suono, sulla scrittura musicale, sulla percezione e sull’analisi di musiche del passato (come Webern e Debussy, letti per valorizzarne l’invenzione e l’afflato modernista), ma anche ritroviamo gli interrogativi e le risposte che caratterizzano la sua estetica di compositore.
E unitamente alla critica degli autori a lui contemporanei, emergono i temi della composizione strumentale ed elettronica, della notazione, della spazializzazione e di una teoria generale della forma che saranno alla base di lavori come Kontakte, Gruppen e Momente, e che porteranno alle conquiste compositive che si protrarranno fino agli ultimi anni.
LA MUSICA ELETTRONICA DÀ IL MEGLIO DI SÉ QUANDO SUONA COME MUSICA ELETTRONICA, CIOÈ QUANDO COMPRENDE, PER QUANTO POSSIBILE, SOLO SUONI E COMBINAZIONI SONORE UNICI E LIBERI DA ASSOCIAZIONI, CHE INSOMMA CI FACCIANO PENSARE DI NON AVERLI MAI UDITI PRIMA […]
Unboxing a cura di E. “Gomma” Guarneri
Il libro viene messo sul tavolo di lavoro di Stockhausen a Kurten, maggio 2024. Grazie a Kathinka Pasveer
Rassegna Stampa
Carlo Maria Cella, www.cultweek.com
Il volume della ShaKe riempie una lacuna bibliografica italiana: nei pur impegnativi saggi di Stockhausen si ritrovano le chiavi per capire a fondo un compositore che, discusso e perfino detestato in vita, ha conquistato dopo la sua morte (2007) lo status di creatore fra i più liberi e “universali” della modernità.
Andrea Bisicchia, “la Libertà”
Considero il volume edito da ShaKe una opportunità per ritornare a riflettere su cosa sia un’opera d’arte al di fuori dei canoni tradizionali, di come possano esprimersi i suoni autonomamente, di come, la creatività, appartenga al nostro mondo interiore, di come il destino dell’umanità dipenda dalla sua attività creativa e della sua capacità di far coincidere il “sentire” con “l’essere”.
Oreste Bossini, “il manifesto”
Cosa rende – a distanza di sei, sette decenni – questi scritti del primo Stockhausen così interessanti? Per esempio il fatto che, a partire da Kreuzspiel, composto nel 1951, la sua produzione musicale sia sempre stata diligentemente affiancata da una riflessione teorica, che ha trovato la sua espressione più compiuta nella rivista «die Reihe» (La serie), da lui curata insieme al fondatore, nel 1955, Herbert Eimert, compositore e musicologo della vecchia avanguardia, che dopo la guerra era stato chiamato a riorganizzare la radio di Colonia, e in questa veste ne aveva convinto i dirigenti a allestire nel 1951 uno Studio di musica elettronica, destinato a diventare la roccaforte delle ricerche di Stockhausen, e il laboratorio di nuovi processi compositivi che nel corso degli anni Cinquanta hanno completamente trasformato il panorama musicale. Chiusa nel 1962, «die Reihe», è stata una sorta di cerniera tra la musica d’avanguardia del primo Novecento e i giovani compositori del dopoguerra, che sembravano essere usciti dal nulla, senza radici o influenze evidenti nella generazione precedente.
Goethe-Institut Mailand, pagina Facebook
Un testo unico nel suo genere.
Ricciarda Belgiojoso, “Domenica – il Sole 24ore”
Vibrazioni cosmiche ad altà fedeltà… Melomani d’oggi accorrete!
Sofia Marzorati, www.artuu.it, intervista a Massimiliano Viel
Viel: “Stockhausen? Ha influenzato il rock e il pop. E senza di lui la tecno sarebbe stata un’altra cosa”.
Paolo Borgonovo, Radio Svizzera Italiana
Ascolta l’audio.
“la Repubblica”, video al salone di Torino 2024, Arena Robinson, Luca Valtorta e Raf “Valvola” Scelsi
Guarda il video.
Eugenio Palombella, “Rockerilla”
Imprescindibile per sperimentatori e appassionati di avanguardie.
Piercarlo Poggio, “Blow Up”
Il pericolo di annoiarsi non sussiste…